“C’era una volta …” la marcatura CE delle pareti divisorie per l’ufficio (… qualcuno scriverebbe con maggiore dignità Marcatura con la M maiuscola). Sì perché la faccenda somiglia più ad una bella favola che alla nozione tecnica che sembrerebbe essere. La favola è iniziata nel 1994 quando la Commissione Europea decideva di accettare, introdurre ed eventualmente concedere i Benestare Tecnici Europei ai prodotti da costruzione, secondo la Direttiva 89/106/CEE. Questo slancio coraggioso della CE aveva provocato non pochi dubbi all’industria delle interpareti, considerate non molto obiettivamente “prodotti da costruzione” sull’applicazione di probabili regolamenti attuativi.
In Italia l’ITC-CNR diventava la “Regina malvagia”, colei che secondo le leggende che si spargevano nel mastodontico mercato dell’arredoufficio avrebbe timbrato con questo marchio chimerico il prodotto che avrebbe vinto su tutti gli altri, l’unico vendibile, l’unico accettabile all’interno di capitolati d’appalto e il campione di FederLegno.
Ma mentre “la Regina” ITC-CNR iniziava a rendere decifrabile tutta la faccenda e anche le associazioni di categoria iniziavano a fare chiarezza con una notevole quantità di materiale letterario, alcune industrie cercavano di protendersi avanti a tutti, attraverso una serie di prove di laboratorio, certificazioni di prodotto e manuali tecnici di produzione, fino ad ottenere il mitico Benestare Tecnico Europeo. Nel frattempo la Commissione Europea, come fosse un dispettoso imperatore romano, produceva il Regolamento europeo 305/2011 “Construction Production Regulation” che aveva l’obiettivo di dare una sistemata alle incomprensioni sorte (evidentemente non solo in Italia). Questo regolamento – ta daaaaa – abrogava la Direttiva 89/106/CEE. La cosa più curiosa che definiva la Commissione Europea riguardava il coinvolgimento dei produttori di pareti che avevano regolarizzato i propri prodotti sulla base dell’ETAG 003. Perché la favola finisce così: se un’azienda ha ottenuto la cosiddetta Marcatura CE (in realtà il suo nome completo si compone di un numero indefinito di parole) entro il 1° luglio 2013 sarà obbligato a corredare ogni commessa della dichiarazione di conformità, e perciò a “congelare” il prodotto per tutto il suo ciclo di vita, mentre chi non lo avesse fatto era libero di vendere le proprie pareti divisorie senza obblighi. Alla fine anche in questa favola la morale è: gli ultimi arrivati vincono sui più veloci e più virtuosi. Alla fine vissero tutti confusi e contenti.
CE LABEL AND PARTITION WALLS – “Once upon a time …” the CE marking of the partitions for the office (… someone would write with greater dignity Marking with a capital M). Yes, because the matter looks more like a beautiful fairy tale than the technical notion that seems to be. The story began in 1994 when the European Commission decided to accept, introduce and eventually grant European Technical Approvals to construction products, according to Directive 89/106 / EEC. This courageous momentum by the EC had caused quite a few doubts to the partition wall industry, considered not very objectively “construction products” on the application of likely implementing regulations.
In Italy the ITC-CNR became the “Evil Queen”, the one who according to the legends that spread in the huge office furniture market would have stamped with this chimeric brand the product that would have won over all the others, the only salable, the only acceptable within the tender specifications and the FederLegno sample.
But while ITC-CNR “the Queen” was starting to make the whole thing decipherable and even the trade associations were starting to clarify with a considerable amount of literary material, some industries were trying to reach out to everyone through a series of laboratory tests , product certifications and production technical manuals, up to obtaining the legendary European Technical Approval. In the meantime, the European Commission, as if it were a spiteful Roman emperor, produced the European Regulation 305/2011 “Construction Production Regulation” which had the aim of solving the misunderstandings that arose (evidently not only in Italy). This regulation – ta daaaaa – repealed Directive 89/106 / EEC. The most curious thing that the European Commission defined was the involvement of the wall producers who had regularized their products on the basis of ETAG 003. Why the fairy tale ends like this: if a company has obtained the so-called CE Marking (actually its full name is made up of an indefinite number of words) by 1st July 2013, he will be obliged to accompany each order with the declaration of conformity, and therefore to “freeze” the product throughout its life cycle, while those who have not he was free to sell his partitions without obligation.
In the end even in this fairy tale the moral is: the latest arrivals win over the fastest and most virtuous. In the end they all lived confused and happy.