Configuratori di prodotto nell’arredo ufficio

3d Configurator
3D

Oggi potete configurare qualsiasi prodotto volete acquistare, dalla Mini all’iPhone, dal servizio di un CMS per la vostra pagina web al prossimo corso di formazione. E naturalmente non poteva essere escluso da questa opportunità commerciale l’intero mercato dell’arredamento, da quello residenziale ai mobili per l’ufficio fino all’arredo urbano. Molte imprese internazionali hanno realizzato piattaforme, software e app dedicate alla configurazione dell’arredo, con l’obiettivo di consentire al progettista, all’architetto, al distributore o al cliente finale di personalizzare il proprio acquisto in misura più o meno massiccia. 

Ancora più a fondo si sono spinte delle software house nella creazione di potenti software da rendere disponibili a tutti i produttori, offrendo loro potenti architetture digitali alle quali affidare i propri prodotti e tutte le regole di vendita. Questa scelta è stata assai coraggiosa ma non sempre ha raccolto i risultati desiderati. Perché?

Non è in discussione l’enorme vantaggio fornito a tutti gli operatori del settore grazie ad un potentissimo configuratore, che applica velocemente tutte le regole di customizzazione, che offre la possibilità di vendere in tempi rapidissimi, quasi annullati, e che aumenta notevolmente il fascino della propria immagine commerciale. Ma ci sono dei limiti oggettivi quando si pensa di implementare questi software in azienda:

  1. Tempi e/o costi: il software è un enorme, bellissimo e brillante scatolone; anche se quello che farà (e ripeto … “farà”) è straordinario, ci vorrà un enorme mole di lavoro per la creazione di tutti dati necessari al suo perfetto funzionamento. Ho volutamente parlato di creazione dei dati, perché quasi mai si tratta di dati esistenti. O comunque quelli esistenti dovranno essere tradotti nel linguaggio del software, secondo le regole della casa madre e con i limiti definiti dal programma. Questo significa che ci sono due possibilità: a) scegliere un consulente esterno che abbia la formazione necessaria per la redazione del catalogo informatico dei prodotti, che avrà bisogno di tempo per completare il catalogo proporzionalmente al numero di elementi e delle possibilità di personalizzazione o b) formare il personale interno e affidare il lavoro di cui sopra a professionisti appena qualificati per l’enorme lavoro di programmazione;
  2. Distribuzione: chi userà questo programma? Il progettista, già dotato di personale qualificato e in generale con la forma mentis adeguata ad un lavoro professionale? O l’agente di vendita, più incline a puntare il focus su aspetti commerciali ed economici, spesso poco propenso alla cultura tecnico-commerciale di un account aderente alle matrici operative aziendali? Sarà l’utente finale, esattamente come all’inizio parlavamo dell’acquisto di un’autovettura piuttosto che di un elettrodomestico? Per questi (e non solo) potenziali utenti del configuratore di prodotto deve essere realizzata una infrastruttura tecnica e commerciale di rilievo, oltre che una formazione idonea;
  3. Rapidità: nell’era in cui esistono già dozzine e dozzine di app per iOS, Android e Microsoft, che consentono in tempi ridicoli di gestire la configurazione dei prodotti più blasonati e soprattutto di farlo online a basso costo, il gigantesco TIR del configuratore anni 2000 risulta essere molto indietro, antiquato e troppo lento.

Forse bisognerà arrendersi anche nel mercato dei configuratori di prodotto, cambiare strategia, abbassare (annullare) i prezzi e convincersi che la vittoria passa per la velocità della Rete, ormai monopolio indiscusso della innovazione tecnologica ed informatica.

Tanti auguri, configuratore!

PRODUCT CONFIGURATORS IN FURNISHINGS – Today you can configure any product you want to buy, from Mini to iPhone, from the service of a CMS for your website to the next training course. And of course the entire furniture market could not be excluded from this commercial opportunity, from residential furniture to office and urban furniture. Many international companies have created platforms, software and apps dedicated to the configuration of the furniture, with the aim of allowing the designer, architect, distributor or customer to customize their purchase to a more or less massive extent.
Even more deeply, software houses have gone into creating powerful software to be made available to all manufacturers, offering them powerful digital architectures to which they can entrust their products and all the sales rules. This choice was very courageous but did not always bring the desired results. Why?
The enormous advantage provided to all operators in the sector is not in question thanks to a very powerful configurator, which quickly applies all the customization rules, which offers the possibility of selling very quickly, almost canceled, and which greatly increases the charm of the own commercial image. But there are objective limits when thinking about implementing these software in the company:
1) Times and / or costs: the software is a huge, beautiful and brilliant box; even if what it will do (and I repeat … “will do”) is extraordinary, it will take a huge amount of work to create all the data necessary for its perfect functioning. I deliberately talked about data creation, because it is almost never about existing data. Or in any case the existing ones must be translated into the language of the software, according to the rules of the software house and with the limits defined by the program. This means that there are two possibilities: a) choose an external consultant who has the necessary training for the preparation of the IT product catalog, who will need time to complete the catalog proportionally to the number of elements and the possibilities of customization or b) form internal staff and entrust the above work to newly qualified professionals for the enormous programming work;
2) Distribution: who will use this program? The designer, already equipped with qualified personnel and in general with the right mindset for a professional job? Or the sales agent, more inclined to focus on commercial and economic aspects, often not very inclined to the technical-commercial culture of an account adhering to the company’s operational matrices? Will it be the end user, exactly as at the beginning we talked about buying a car rather than an appliance? For these (and not only) potential users of the product configurator, a significant technical and commercial infrastructure must be created, as well as suitable training;
3) Speed: in the era in which dozens and dozens of apps for iOS, Android and Microsoft already exist, which allow ridiculous times to manage the configuration of the most famous products and above all to do it online at low cost, the gigantic TRUCK of the configurator 2000s turns out to be far behind, out of date and too slow.
Perhaps we will also have to surrender in the product configurator market, change strategy, lower (cancel) prices and convince ourselves that victory passes through the speed of the Net, by now the undisputed monopoly of technological and IT innovation.
Wishes, configurator!

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