Nonostante il giusto ottimismo e le continue rassicurazioni circa il fatto che prima o poi torneremo alla normalità (anche quest’ultima sarebbe da definire con attenzione), la situazione attuale del lavoro ci sta costringendo a vedere con un certo interesse lo smart working, o semplicemente il lavoro da casa. E probabilmente, visti i tempi di vaccinazione di quasi 8 miliardi di persone, questo criterio non solo facilmente diventerà essere una costante dei prossimi anni, ma in realtà potrebbe essere anche una cosa interessante, forse il nuovo standard dei prossimi dieci o quindici anni.
Perciò se stiamo lavorando da casa dovremmo già da oggi preoccuparci del nostro attuale luogo di lavoro, del nostro ufficio, di tutte le precauzioni che solitamente prendevamo con una certa veemenza per il nostro ufficio, quando più o meno seriamente cercavamo di diventare paladini dei principi di ergonomia, illuminazione, comfort e sicurezza. Ora siamo dall’altra parte, e dobbiamo giustamente pretendere da noi stessi la medesima cura e la giusta concentrazione su questi importanti criteri. Non abbiamo molte scuse e, anche se le divertenti filosofie di arredo ufficio di Google, Facebook o Microsoft impongono un punto di vista più scanzonato e meno formale, molti degli arredi e degli oggetti che usiamo in casa sono tutt’altro che fatti per lavorare, dal tavolo della cucina, alla poltroncina della cameretta del figlio a tutti gli accessori acquistati più per gioco che per realizzare il nostro spazio per lo smart working. Potrebbe essere utile prendere in considerazione i seguenti fattori:
- la qualità della poltrona;
- la posizione del monitor rispetto ai nostri occhi;
- la posizione delle fonti di luce rispetto agli occhi e al monitor;
- l’altezza del piano della scrivania rispetto alle gambe.
Perciò chiediti: in che condizioni sto lavorando?
THE FUTURE IS HOME (OFFICE) Despite the right optimism and the constant reassurance that we will soon return to normal life (even this “normal life” should be defined carefully), the current job situation is forcing us to see smart working, or working from home, with some interest. And probably, given the vaccination times of nearly 8 billion people, this criterion will not only easily become a constant for the next few years, but really it could also be an interesting thing, perhaps the new standard for the next ten or fifteen years.
Therefore, if we are already working from home, we should already be concerned about our current workplace, our office, all the precautions that we usually took with a certain vehemence for our office, when more or less seriously we tried to become champions of principles. of ergonomics, lighting, comfort and safety. Now we are on the other side, and we must rightly expect from ourselves the same care and the right concentration on these important criteria. We don’t have many excuses and, even if the fun office furnishing philosophies of Google, Facebook or Microsoft impose a more light-hearted and less formal point of view, many of the furniture and objects we use at home are far from made to work, from the kitchen table, to the armchair in the child’s bedroom, to all the accessories purchased more for fun than to create our space for smart-working. It may be helpful to consider the following factors:
- the quality of the chair;
- the position of monitor respect our eyes;
- the position of the light sources with respect to the eyes and the monitor;
- the height of the desk top with respect to the legs.
So ask yourself: what conditions am I working in?